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Il processo di approvazione delle applicazioni di App Store ha spesso generato fitte polemiche, soprattutto con il diniego di servizi e software eccellenti rifiutati sia per motivi di concorrenza che di rigido moralismo. Stupisce, perciò, che un’applicazione pensata per
Si chiama
L’apparizione del software sul negozio virtuale di Apple ha sollevato
oneApple ha scaricato l’applicazione per capire quali limiti fossero stati infranti. L’app non è altro che un mirror portatile del sito dell’associazione e, nonostante toni pacati ben lontani dall’insulto o dalla semplice provocazione, effettivamente promuove la conversione gay tramite la preghiera.
Nella sezione "Real Answer", ad esempio, viene riportata una lunga lista di FAQ su come convivere con l’omosessualità e trovarne una soluzione, dal percorso di fede fino alla gestione di eventuali figli gay. La sezione "Real Stories", invece, racconta la testimonianza dei lettori che hanno deciso di affidarsi alla religione pur di sacrificare la propria sessualità. Come detto poc’anzi, i contenuti non sono riportati in forma provocatoria, tuttavia potrebbero urtare la sensibilità delle comunità GLBT alimentando l’inesatta concezione che vede nell’essere gay una patologia, nonostante il mondo scientifico da quasi 30 anni la consideri come una naturale varianza del genere umano.
Risulta naturale chiedersi, perciò, per quale motivo Apple abbia proceduto all’approvazione dell’applicazione che propone comunque contenuti opinabili. Altre proposte decisamente meno polemiche, come ad esempio nudi abbozzati e poco visibili in alcuni fumetti, hanno ricevuto un secco no dallo staff di Cupertino. Per non parlare poi delle app a sfondo razzista e antisemita, giustamente epurate dallo store. Considerato come siano stati