App Store, cinesi accusano Apple: logo copiato

Problemi di proprietà intellettuale per Apple in Cina: una società locale accusa il gruppo di aver copiato il logo per la nuova versione di App Store.
App Store, cinesi accusano Apple: logo copiato
Problemi di proprietà intellettuale per Apple in Cina: una società locale accusa il gruppo di aver copiato il logo per la nuova versione di App Store.

Problemi di proprietà intellettuale per Apple in Cina, in particolare per App Store. Una società locale d’abbigliamento, infatti, ha deciso di accusare il gruppo californiana di aver copiato il logo dell’azienda per sponsorizzare il suo negozio virtuale. Al momento, il colosso di Cupertino non ha ufficialmente commentato la questione.

Il nodo del contendere è relativo alle recenti modifiche introdotte in iOS 11. Il logo di App Store, solitamente caratterizzato da una “A” ricavata da un pennello, una matita e un righello, è stato ulteriormente semplificato e reso minimale. Il risultato, tuttavia, sarebbe abbastanza simile al marchio dell’azienda cinese KON, tanto che quest’ultima ha deciso di trascinare il rivale californiano davanti alle corti.

Secondo quanto riportato da alcune testate, tra cui Phone Radar, KON avrebbe registrato il marchio nel paese nel 2009. Stando all’equivalente cinese di Wikipedia, il logo trarrebbe ispirazione dalla musica dei Sex Pistols: le parti che lo compongono rappresenterebbero delle ossa, la vita contro la morte.

Sempre stando a quanto riferito dalle fonti asiatiche, la società d’abbigliamento pretenderebbe ora delle scuse ufficiali da parte di Apple, la dismissione dell’attuale logo e il pagamento di una somma, al momento non rivelata, per i danni d’immagine subiti. La questione è quindi passata ai tribunali locali che, nelle prossime settimane, si esprimeranno sul caso.

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Non è la prima volta che Apple si imbatte in problemi di copyright e proprietà intellettuale in Cina, anche se solitamente si tratta di episodi ben diversi dall’attuale. Negli anni, infatti, alcune società locali hanno cercato di sfruttare alcuni dei marchi più famosi del gruppo, per la vendita e la distribuzione di device analoghi o veri e propri cloni. I tempi sono abbastanza prematuri per prevedere come questa controversia potrà risolversi, tenendo anche in considerazione una certa propensione delle corti locali a difendere i produttori autoctoni rispetto a quelli provenienti dall’estero.

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