App Store: avvisi per gli acquisti in-app

Apple aggiunge degli avvisi per gli acquisti in-app sulla versione di App Store disponibile su iTunes USA: gli utenti distratti non hanno più scuse.
App Store: avvisi per gli acquisti in-app
Apple aggiunge degli avvisi per gli acquisti in-app sulla versione di App Store disponibile su iTunes USA: gli utenti distratti non hanno più scuse.

Non si placano le polemiche sugli acquisti in-app disponibili per alcune applicazioni di App Store, dopo l’acquisto di bonus aggiuntivi per migliaia di dollari da parte di inconsapevoli bambini. Apple, che già ha provveduto a risarcire le famiglie vittime della svista, ha quindi deciso di introdurre silenziosamente degli avvisi per gli utenti.

Gli acquisti in-app non sono altro che delle funzioni aggiuntive – moneta virtuale, espansioni, magazine e via dicendo – fruibili direttamente dall’applicazione in uso. È un sistema di distribuzione scelto da molte applicazioni gratuite: il gameplay di base è offerto privo di costi, bonus e feature aggiuntivi sono invece a pagamento. Diversi bambini però, nel tentativo di arricchire il loro portafoglio di monetine virtuali, sono incappati in compravendite reali involontarie.

Per evitare ulteriori e spiacevoli vicende future, considerato anche come sia la stessa Cupertino e restituire l’eventuale maltolto, sulle pagine statunitensi di App Store sono apparsi dei brevi avvisi per rendere l’utente più consapevole. Il servizio, al momento disponibile solo sulla versione a stelle e strisce visualizzata tramite iTunes, vede la scritta “offers in-app purchases/offre acquisti in-app” per tutte le applicazioni “freemium”. Un modo semplice, ma sicuramente efficace, per evitare che i consumatori cadano in errori di distrazione. Qualora un bimbo chiedesse l’installazione di una app, i genitori saranno immediatamente informati della possibilità di incorrere in contenuti a pagamento.

Non è la prima volta che la Mela si vede costretta a intervenire direttamente sulla questione degli acquisti in-app. Prima cambiando la policy sulle password, chiedendole ora in ogni occasione utile. Poi con un causa subita nel 2011, quando il cliente Garen Meguerian ha aperto una class action in USA, accusando Apple di “rubare milioni di dollari” approfittando della buona fede dei consumatori. In realtà, Cupertino c’entra poco con le scelte di pagamento a cui i developer ricorrono, ma ha sempre dimostrato la massima disponibilità per risolvere ogni disputa, anche a costo di rimetterci di tasca propria.

Ora, però, gli utenti non hanno più scuse: la possibilità di acquisti in-app non può essere più autoevidente, quindi chiunque decida di scaricare simili applicazioni si prenderà la piena responsabilità di quanto comprato. Uomo avvisato mezzo salvato, così dice un famoso detto.

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