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Cosa si potrebbe dire di un’azienda che prima rende copyfree un suo contenuto e poi lo rivuole indietro? Questa è la domanda che si pone il giornalista David Kravets e che riguarda un caso decisamente alla Davide contro Golia: da un lato il colosso AOL, dall’altro una piccola startup, Pro Populi, e una sua applicazione mobile che fornisce un elenco dettagliato di contatti del mondo tech. Il database è stato realizzato da AOL, ma è Creative Commons. Chi ha ragione?
La questione sta mettendo in imbarazzo tutti i protagonisti, e chiama in causa proprio l’intervento di Creative Commons di qualche tempo fa, che ha ribadito l’urgenza di rimettere ordine nel dedalo della protezione della proprietà intellettuale nell’era del Web.
La vicenda è piuttosto semplice – anche se sta producendo articoli fiume e lettere su lettere degli studi di avvocati – e si può riassumere così: Pro Populi ha realizzato un geniale servizio per smartphone e Google glass, chiamato
http://www.youtube.com/watch?v=2ZQCiCN6J_U#t=20
Matt Kaufman, in una
AOL smacks startup for using CrunchBase content it gave away under Creative Commons. Can you even do that? http://t.co/6tOaXxMm0R
— WIRED (@WIRED) November 5, 2013
Wow, we didn't see this coming…thank you @TechCrunch & @anthonyha for stepping up. http://t.co/kUYuBXQQXy #PeoplePlus #TechCrunch #AOL
— People+ (@PeoplePlus) November 6, 2013
La questione è finita su Wired e sui principali siti d’oltreoceano anche per le sottili implicazioni tecniche: per definizione i contenuti sotto licenza Creative Commons non possono essere protetti perché la licenza è perpetua, quindi AOL potrebbe cambiare la licenza in futuro e bloccare qualcosa di nuovo aggiunto al database, ma i dati che Pro Populi ha già copiato sotto la licenza CC rimarebbero liberi. Tuttavia, AOL sostiene che la startup ha violato un disclaimer quando ha scaricato il database, usando una API che è citata nelle condizioni della licenza e per cui non può essere utilizzato per creare un concorrente. Così recita:
AOL si riserva il diritto di rivedere continuamente e valutare tutti gli usi di API, tra cui quelli che appaiono più competitivi di carattere complementare.
Tuttavia, Pro Populi ha smesso di usare l’API e secondo i legali di EFF non deve smettere di utilizzare il database di Crunchbase ora che lo possiede. Enigma del copyfree, sul quale è