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Ieri sera poco prima delle 22 la Camera dei deputati ha
Il provvedimento che attualmente è la versione più aggiornata della legge che lo Stato Italiano sta per adottare contro il terrorismo, contiene una serie di misure contro il proliferare del terrorismo (considerate urgenti dopo gli attentati di Parigi) e tocca il web in particolare nei primi dieci articoli, corrispondenti ai capi che modificano il Codice penale, introducono la figura del foreign fighter con l’aggravante di pena per il proselitismo via Internet e la black list dei siti che servono a distribuire o avvantaggiare la propaganda terroristica, estendono o modificano il trattamento dei dati personali per finalità di polizia. Tutte materie molto delicate che vanno a incidere sui diritti delle persone, sui quali già molto si è discusso ed è stato anche evitato il peggio soltanto pochi giorni fa.
Cosa prevede la legge
L’aggravante
Il testo approvato alla Camera stabilisce le pene per chi si arruola come combattente, per chi organizza e finanzia i viaggi all’estero, e aggrava la pena prevista per il delitto di addestramento ad attività con finalità di terrorismo quando le condotte di chi addestra o istruisce siano commesse tramite la rete. A proposito di aggravanti, la futura legge 7/2015 stabilisce il principio che quando i reati di terrorismo, istigazione e apologia del terrorismo sono commessi tramite strumenti informatici e telematici, sono più gravi. Concetto che ha lasciato più di una perplessità sul campo, anche nella parte politica che l’ha votata. Un deputato del PD, poche ore prima della discussione, raccontava al telefono che «se è vero che lo stesso contenuto può avere un impatto maggiore potenzialmente, resta solo una potenzialità: per questo sarebbe meglio considerare il reale impatto di qualcosa invece del solo potenziale, perché magari un tweet è letto da mille persone e un volantino da duemila».
Le intercettazioni preventive
Un altro argomento scivoloso. Vien modificata la disciplina delle norme di attuazione del codice processuale che consentono intercettazioni preventive con strumenti telematici. È il punto nel quale ci si era spinti al Trojan di Stato, poi cancellato. Resta una saldatura che va a incrociare con la prossima riforma generale delle intercettazioni. Allarme rosso al Senato.
La black list
Nessuna novità rispetto al decreto. La legge stabilisce che la polizia postale e delle comunicazioni debba costantemente tenere aggiornata una black-list dei siti utilizzati per la commissione di reati di terrorismo, e gli ISP vengono obbligati all’oscuramento o alla rimozione dei contenuti illeciti tramite blocco Dns. Su ordine del tribunale.
Data retention
La conservazione dei metadati e delle comunicazioni hanno convinto il garante della privacy
La debolezza del testo
Avendo più tempo, forse il Parlamento dovrebbe considerare seriamente le valutazioni costituzionali del servizio studi, che ha sottolineato come la formulazione dei reati di arruolamento e di propaganda così assimilati a fatti ed atti invece più specifici «non consentirebbe di individuare il momento di consumazione del reato e anticipa fortemente la soglia di punibilità». In altri termini, c’è il rischio di incriminare persone per reati più vicini a quelli di parola.
C’è inoltre la questione dell’