Google, in costante espansione fin dalla sua fondazione nel 1998, è da anni considerata una società dalle prospettive sempre rosee. Ma è anch’essa costretta oggi ad affrontare gli effetti di una crisi globale economica senza precedenti. Dopo anni di creazione di posti di lavoro, con i lavoratori interni arrivati a 17.000, supportati anche da oltre 10.000 contrattisti in outsourcing, il dominatore dei motori di ricerca ha fatto un annuncio poco gradito.
Dopo la razionalizzazione del lavoro assegnato a società esterne e riduzione decisa dei contratti, Google rivela oggi che sarà costretta a tagliare anche alcuni lavori interni.
In due messaggi separati sul blog ufficiale Google, sono intervenuti Laszlo Bock, vicepresidente del personale Google e Alan Eustace, vicepresidente senior della divisione Engineering & Research.
Il vicepresidente Bock
Nel
Adesso lo stesso progetto di raggruppamento di risorse parte per i team di lavoro in Austin (Texas, USA), Trondheim (Norvegia), e Lulea (Svezia). In questi centri ci sono al momento 70 persone. Naturalmente Google proporrà uno spostamento ai lavoratori, ma si teme che molti, a causa di interessi e affetti sul luogo, non seguiranno Google nella nuova avventura in centri lontani. Anche questa riorganizzazione e concentrazione di risorse è un metodo per affrontare la crisi e non duplicare preziosi servizi comuni.
Dice Eustace:
Il nostro obiettivo a lungo termine non è quello di ridurre il numero di persone che abbiamo a lavoro nei nostri progetti di ingegneria o ridurre la nostra presenza globale, ma creare un numero minore di siti di sviluppo più efficienti e che assicurino che l’innovazione e la velocità rimangano il nostro nucleo.
Efficienza diventa ora la parola chiave dopo anni di sviluppo sfrenato e senza controllo sui costi. Con la grande depressione mondiale alle porte (e la conseguente riduzione prevista nei ricavi pubblicitari) anche per Google è tempo di ottimizzare il personale e ridurre ogni possibile posizione non indispensabile al progresso del gruppo.