Non solo musica, non solo film. Attraverso le reti P2P si scarica, e tanto, anche materiale cartaceo digitalizzato: libri, in sostanza.
Nel calendario delle audizioni previste davanti al Comitato Antipirateria del Governo è arrivato il turno dell’
, che non ha mancato l’occasione per puntare l’indice contro il diffusissimo (a quanto pare) fenomeno della digitalizzazione di libri cartacei, allo scopo di diffonderli tramite file-sharing.
Pare, infatti, che non siano più solo le fotocopie, la piaga che logora questo mercato. Ivan Cecchini, rappresentante dell’AIE davanti al Governo, ha dichiarato nell’
:
Il fenomeno della pirateria si traduce nelle fotocopie di libri e periodici, ma anche, e sempre più nella digitalizzazione, e successiva diffusione, di prodotti cartacei. Le violazioni cui si assiste in tale ambito avvengono attraverso attività di hosting e messa a disposizione del pubblico dei contenuti da parte di siti Internet nonché per mezzo di diversi sistemi di peer-to-peer.
Il portavoce dell’AIE ha fatto riferimento in particolare alla riproduzione dei testi universitari, così proseguendo:
Sono decine di migliaia i libri digitali piratati su Internet. Possiamo stimare inoltre 3 milioni e mezzo gli italiani che utilizzano abitualmente sul posto di lavoro sistemi di file-sharing. Non è al momento quantificabile invece quanto questi sistemi impattino sull’editoria scolastica e universitaria, ma il fenomeno è in continua crescita.
Per tutti questi motivi l’AIE ha chiesto una maggiore tutela del diritto d’autore, con campagne informative ad hoc per sensibilizzare i cittadini sul rispetto di tali diritti e, per quanto attiene agli scambi illeciti di materiale online, si è augurata l’applicazione del famigerato metodo degli avvisi seguiti da disconnessione forzosa. Cecchini ha, infatti, così concluso:
Occorre che anche in Italia si adotti il meccanismo del ‘Notice and Take Down’: la rimozione del materiale illecito e/o disconnessione dall’utenza a fronte della semplice, ancorché circostanziata, comunicazione da parte del titolare dei diritti lesi. Un’incombenza che spetta ai provider delle reti.