All4thegreen: G7 Ambiente tra ecologia e sviluppo

Dal 5 al 12 giugno Bologna è il centro del G7 Ambiente alla ricerca della giusta direzione per un modello economico identificabile come Economia Circolare.
All4thegreen: G7 Ambiente tra ecologia e sviluppo
Dal 5 al 12 giugno Bologna è il centro del G7 Ambiente alla ricerca della giusta direzione per un modello economico identificabile come Economia Circolare.

Dal 5 al 12 giugno, a Bologna: sono queste le coordinate del G7 Ambiente che porterà al centro dell’attenzione l’ecologia, la sostenibilità e l’impegno congiunto di cui l’intera collettività deve farsi giocoforza carico. Si tratta di un appuntamento importante per l’eco prodotta e per la sua capacità di mettere attorno allo stesso tavolo di lavoro nomi importanti e in grado di incidere in modo fondamentale alla ricerca di nuovi sbocchi. L’Italia, in particolare, presiederà il G7 Ambiente nei giorni 11 e 12 giugno, portando dunque in chiusura i lavori delle giornate antecedenti.

L’importanza dell’evento è tutto nei nomi che vi prenderanno parte: oltre alle amministrazioni locali ed alle rappresentanze politiche, infatti, il tavolo di lavoro vede nomi quali Eni, Terna, Edison e Alcantara, ma al tempo stesso anche Legambiente, WWF Italia ed Earth Day Italia.

Il conto alla rovescia all’inizio dell’evento è scandito dalle parole del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: «Bologna diventerà per una settimana capitale mondiale dell’ambiente. L’Italia è una “superpotenza” della biodiversità ed è nostro interesse prioritario favorire una riconversione produttiva incentrata sull’economia circolare e sulla migliore gestione delle risorse della Terra: possiamo arrivarci solo con una grande alleanza tra istituzioni, mondo produttivo e impegno civile, senza le contrapposizioni che ancora oggi mettono contro ambiente e sviluppo».

All 4 the green: ecologia e sviluppo

Ecologia e sviluppo sono state parole per troppi tempi su posizioni opposte: la prima era identificata come il freno del secondo, fotografando così posizioni antitetiche e difficilmente concilianti. Gli anni non sono però passati invano, almeno in termini di percezione collettiva: oggi l’ecologia è un valore spendibile e non una posizione preconcettuale o mal intesa. Ciò consente anche ai fautori della ricerca dello sviluppo di poter far leva sull’ecologia per attribuire valore ai propri beni e servizi, restituendo così alla collettività quanto il mercato è in grado di riconoscere agli investimenti. Sviluppo ed ecologia non sono pertanto più posizioni contrastanti e, anzi, vanno assieme verso l’All4thegreen di Bologna.

#ALL4THEGREEN sarà un insieme di iniziative rivolte a varie tipologie di pubblico e organizzate in collaborazione con associazioni civiche, culturali, universitarie, ambientaliste, oltre a decine di aziende che hanno deciso di raccogliere l’appello per un’economia che punti all’efficienza, al risparmio e al riutilizzo delle risorse.

Ancora il ministro Galletti: «Questa è un’occasione per lanciare alcune proposte di taglio economico e fiscale. Questa rivoluzione industriale ecologica va infatti accompagnata con azioni di stimolo che rendano conveniente il cambiamento anche da un punto di vista imprenditoriale. Penso ad esempio a un Piano Marshall ambientale europeo per l’Africa, con l’obiettivo di favorire una crescita economica sostenibile dell’area subsahariana, con i conseguenti positivi effetti anche sul piano sociale e occupazionale e di contenimento alle migrazioni. Inoltre, va messo in campo un “New Deal ambientale” basato sul taglio dei sussidi “dannosi” per l’ambiente e conseguente ricollocazione degli sgravi su investimenti imprenditoriali sostenibili. Questa è la logica con la quale abbiamo elaborato la nuova SEN, la Strategia Energetica Nazionale, puntando sulle energie rinnovabili e spingendo sull’incremento dell’efficienza energetica. In questo ambito penso anche alla definizione di un “Manifesto della sostenibilità ambientale delle imprese”, un patto da sottoscrivere con il nostro mondo produttivo». Una serie di principi che presto potrebbe essere applicata anche sul mercato nazionale: «a livello italiano, ritengo opportuno predisporre un “pacchetto fiscale green” che preveda, ad esempio, un taglio del cuneo fiscale premiale per i green job. Il tutto va accompagnato con un cambio culturale che deve caratterizzare gli stessi imprenditori». La scelta green, insomma, va inculcata e al tempo stesso incoraggiata: a quel punto sviluppo e sensibilità si incontreranno e metteranno a fattor comune le opportunità emergenti dalle opportunità rese disponibili dalla pianificazione politica.

Claudio Descalzi: “Dare risposte concrete”

Tali principi non solo sono stati raccolti da un gruppo partner dell’evento quale Eni, ma il cane a sei zampe ha già integrato tale filosofia all’interno del proprio DNA aziendale attraverso policy specifiche e piani di sviluppo disegnati sul pentagramma della sostenibilità. Così Claudio Descalzi a presentazione della collaborazione tra Eni e All4thegreen: «La lotta contro il cambiamento climatico e la costruzione di uno sviluppo sostenibile: dare delle risposte concrete a queste sfide è quello che ha unito Eni a istituzioni, associazioni e altre aziende, per dare voce ad un insieme di iniziative che fanno da corona al G7 Ambiente. È fondamentale prendersi chiari impegni per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione ed Eni lo ha fatto delineando una strategia che si basa sul seguente piano d’azione: riduzione delle emissioni di CO2 e aumento dell’efficienza energetica di tutte le attività, consolidamento di un portafoglio low carbon e promozione dell’utilizzo del gas, sviluppo delle rinnovabili».

Nuovi modelli produttivi e di consumo non possono ignorare la necessità di nuovi modelli energetici: l’allontanamento dal carbone in primis, la direzione delle rinnovabili da tenere in stretta considerazione ed infine la ricerca di una soluzione in grado di compensare le difficoltà di questa storica transizione. Dare risposte complete significa far propria la visione, ma al tempo stesso il far proprio anche un atteggiamento estremamente pragmatico.

Questa necessità trapela tanto dalle parole del ministro, quanto da quelle del CEO Eni, entrambi attenti nel sottolineare la necessità di agganciare i solerti ritmi dello sviluppo a quelli (ormai dai toni allarmistici) dell’urgenza ecologica. E tutto ciò è possibile soltanto ponendosi obiettivi chiari e misurabili di fronte: «l’impegno di Eni a farsi promotrice del processo di transizione energetica per un futuro low carbon si compone di tre pilastri fondamentali: la riduzione delle proprie emissioni dirette, lo sviluppo di un portfolio di idrocarburi convenzionali con un ruolo crescente del gas naturale e un impegno nello sviluppo delle fonti rinnovabili». Un piano di riduzione delle emissioni che focalizza l’obiettivo del 43% entro il 2025, ad esempio; oppure l’installazione di 463 MW di capacità in risorse rinnovabili entro il 2020: le dichiarazioni di principio già premiate dai giudizi sull’Oil and Gas Climate Initiative, nonché l’inclusione nella A List del CDP per la propria strategia sul cambiamento climatico, sono passi che preludono alla concretizzazione prossima delle iniziative già pronte in laboratorio.

Economia circolare

Il virtuosismo sul quale danzerà l’evento di Bologna è nel rapporto biunivoco che si intende evidenziare tra sviluppo ed ecologia, trovando una volta per tutte un terreno comune da coltivare. In realtà non si tratta di un principio nuovo, anzi: dietro il tema dell'”economia circolare” già si cela da tempo questo obiettivo virtuoso e complesso. La differenza è che a Bologna si troveranno alcuni grandi nomi per capire come cooperare e come dialogare per innescare tale meccanismo, trasformando l’economia circolare in una esplosione di opportunità che coinvolga l’intero mercato e si trascini appresso gli ambiziosi obiettivi che ci si prefigge.

Quello che doveva essere un modello economico da innescare in modo naturale e progressivo, viene ora invece tirato per la giacchetta come unica vera via d’uscita ad una situazione che si è resa non-sostenibile: nuovi modelli di consumo, affiancati a nuovi modelli di produzione, devono prevedere un imprinting nuovo ed un coordinamento a monte affinché si possa accelerare sulla strada di un nuovo modo di pensare il rapporto tra l’uomo e le risorse naturali. L’era dell’utopia ecologica è terminato ormai da tempo, ma con troppa lentezza è stato sostituito da un nuovo credo. Oggi l’Economia Circolare è la visione più chiara che si ha a disposizione e parla tanto la lingua dell’industria quanto quella di chi persegue la salvaguardia dell’ambiente. La politica viene a ruota, interpretando le esigenze di ambo le parti e cercando di innescare le giuste sinergie su questi elementi di base.

Concerti, eventi, manifestazioni, iniziative, progetti: dietro l’hashtag #all4thegreen si racchiude una settimana che fa di Bologna la capitale di un vero e proprio movimento culturale. 70 appuntamenti in tutto, per perseguire un obiettivo che vada oltre l’economia ed oltre l’ecologia perché, proprio nel nome dell’economia circolare, persegue naturalmente entrambi gli obiettivi. Sviluppo ed ecologia vi si presenteranno a braccetto, cercando negli attori e nei partner del G7 Ambiente gli elementi sui quali costruire una speranza.

Il countdown è iniziato: dal 12 al 17 giugno, Bologna è All4thegreen.

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