Agid, nuovo look e consultazione online

L'Agenzia per l'Italia digitale presenta a palazzo Chigi i piani per la Crescita e la banda ultralarga: fino al 20 dicembre la consultazione online.
Agid, nuovo look e consultazione online
L'Agenzia per l'Italia digitale presenta a palazzo Chigi i piani per la Crescita e la banda ultralarga: fino al 20 dicembre la consultazione online.

Il piano della crescita digitale è pronto, e il piano nazionale della banda ultralarga è stato rinnovato (e quasi completamente finanziato). Tutto andrà spedito a Bruxelles, ma non prima di una consultazione con i portatori di interessi e online con tutti coloro che vorranno fare osservazioni. Oggi a palazzo Chigi l’Agid e la sua direttrice, Alessandra Poggiani, hanno presentato i due piani che sono consultabili questo mese dal sito nuovo di zecca.

La nuova veste grafica di agid.gov.it nasce dall’esigenza di rilanciare la comunicazione dell’Agenzia per l’Italia Digitale in una chiave istituzionale ma più vicina ai “non addetti ai lavori”. D’altronde il grosso lavoro che aspetta l’agenzia, uscita finalmente dal torpore degli anni precedenti, prevede anche un confronto coi tanti ambiti che sono imposti dal documento del governo, dalla telco alle pa, passando per la scuola e naturalmente gli enti locali (ieri si è costituito il tavolo di coordinamento delle regioni, molto coinvolte nella gestione dei fondi di coesione). E poi c’è il piano della banda ultralarga, girato e rigirato tante volte, ma alle prese sempre con la scarsità di fondi e un ritardo così profondo nel cronoprogramma delle coperture a 30 Mbit/s (cioè il programma 2020) da far tremare i polsi.

La consultazione immediata e quella online

L’incontro di Roma ha visto al tavolo Alessandra Poggiani e Paolo Barberis, oltre al sottosegretario Giacomelli (di ritorno dal faticoso incontro a Bruxelles sul pacchetto tlc). In sala, praticamente tutti: confindustria, confartigianato, i sindacati, gli enti, gli Stati generali dell’innovazione, le associazioni, molti player del settore digitale, compresi giganti come Google e Huawei. Siccome i piani sono già conosciuti, l’occasione si è rivelata ottima per una prima ricognizione, cinque minuti a testa per qualche osservazione.


Su questa agenda sembra ci sia un sostanziale accordo, soprattutto nella visione a lungo termine secondo la quale con l’industria digitale si fa economia e con la digitalizzazione dei servizi dello Stato si fa una rivoluzione del rapporto coi cittadini, i quali per entrambe le ragioni devono essere educati a queste nuove forme. Tutt’altro che facile, se si considera che ci sono più di 20 milioni di italiani che non conosco il web, tanto che Riccardo Luna, digital champion per il paese, ha di recente fatto il paragone col maestro Manzi e le sue celebri trasmissioni alla Rai, che consentirono a milioni di persone di ottenere la licenza elementare.


Un esempio che deve aver ispirato già da qualche tempo l’Agid visto che la Poggiani ha anticipato una conferenza stampa insieme alla Rai il prossimo 19 dicembre, quando presenteranno un progetto comune di divulgazione. L’equazione va colta risolvendo le variabili insieme e non una alla volta, anche per questo talvolta si sente la necessità di parlarne (forse anche troppo) e di spezzettare il dibattito e moltiplicarlo. Ma i termini sono questi: alfabetizzazione, competenze, digitalizzazione (non dell’esistente ma nel ripensamento delle strutture organizzative), infrastrutture.
Le osservazioni però non si limitano certo agli stakeholder presenti a palazzo Chigi, è possibile commentare online i due piani: il Crescita digitale 2014-2020 e il Piano nazionale banda ultralarga, fino al 20 dicembre 2014.

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