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Una convenzione da più di mezzo milione di euro, più gli spiccioli. Provvedendo alla pubblicazione, da più parti richiesta e comunque doverosa, del piano attuativo del suo regolamento, l’Agcom ha reso pubblico anche il costo dell’affidamento della gestione informatica alla Fondazione UGO Bordoni: 533.958,88 di euro in tre anni, più le spese dell’autorità stessa. Non tutti sanno, infatti, che sarà la FUB a gestire la parte tecnica e non l’authority.
Con il
Come funziona la convenzione
Trattandosi di una cifra importante, è bene spiegare come funziona – o pensano di far funzionare – la convenzione. Il
Considerate le professionalità tecnico-scientifiche e le esperienze maturate dalla
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Managernelle attività di ricerca e di approfondimento su argomenti di carattere tecnico, economico e regolatorio del settore delle comunicazioni, nonché le competenze scientifiche nelle materie inerenti alla predisposizione di sistemi informatici e di monitoraggio specificamente dedicati ai servizi di comunicazione elettronica, e valutata l’esigenza di avvalersi della Fondazione Ugo Bordoni per lo svolgimento di attività di studio, analisi di natura tecnica e scientifica, nonché di assistenza in relazione alle fasi applicative riguardanti il progetto esecutivo concernente la gestione informatica del regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica (…) La Fondazione Ugo Bordoni è incaricata di svolgere il progetto “Gestione informatica del regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica" (…) La durata del progetto è di tre anni. Il responsabile del progetto è la dott.ssa Maja Cappello, dirigente dell’Ufficio diritti digitali della Direzione Servizi Media. (…) I risultati del progetto esecutivo potranno essere utilizzati dall’Autorità e condivisi a vantaggio dell’intera collettività.
Chi paga?
Su chi paga e perché vale la pena soffermarsi. L’authority è sostenuta economicamente da tutti gli operatori della comunicazione elettronica, cioè da coloro che sono da lei regolati. Un aspetto interessante di questo modello, che alcuni contestano, è che nel momento in cui l’Agcom ritiene di occuparsi del diritto d’autore, allora anche i detentori, cioè gli editori, dovrebbero o potrebbero logicamente farne parte.
Invece non è così, dunque a pagare il regolamento saranno hosting, ISP e telco, cioè le stesse aziende che saranno chiamate a rispondere alle segnalazioni dei detentori di diritti e a provvedere velocemente (quando disposto) alle richieste. Tuttavia, così il contrasto alla pirateria viene pagato da coloro che già secondo regolamento sostengono dei costi – cercare e trovare la violazione, chiudere il sito, eventualmente ricorrere – mentre è gratuito per coloro che fortemente l’hanno richiesto e sponsorizzato e ne traggono beneficio.
Ovvio che parlando di violazione si parla di danno, quindi per il detentore di diritto è una restaurazione della norma, non un servizio, ma anche su questo, come su molto altro, non mancheranno le polemiche. Dalle parti degli avversari del regolamento, infatti, si agitano venti di battaglia e anche campagne di informazione.