AgCom, delibera il 12 dicembre

Domani Bruxelles si pronuncerà, ma in realtà l'iter è ormai deciso: il 12 dicembre l'AgCom approverà il testo. La battaglia si trasferirà nei tribunali.
AgCom, delibera il 12 dicembre
Domani Bruxelles si pronuncerà, ma in realtà l'iter è ormai deciso: il 12 dicembre l'AgCom approverà il testo. La battaglia si trasferirà nei tribunali.

Il regolamento dell’Autorità garante delle Comunicazioni è ormai in dirittura d’arrivo, a metà dicembre verrà approvato con delibera propria. Il percorso che negli ultimi due anni è stato più volte sospeso, criticato, riveduto, alla fine resta così come temuto dai sui critici. D’altronde, le parole del presidente Angelo Cardani in un recente confronto ha rotto gli indugi.

Il videoforum su Repubblica dello scorso fine settimana è stato uno spartiacque: forse mai con altrettanta schiettezza il presidente dell’AgCom aveva archiviato le polemiche su questo nuovo regolamento, che fornisce, autoattribuendoseli, poteri di controllo e disciplina nelle violazioni del copyright decisamente superiori a tutto quanto disposto legislativamente in precedenza in Italia. Una presa di posizione, in particolare sulle petizioni, sull’associazione raggruppate attorno a sitononraggiungibile, sulle responsabilità dei provider (in barba a quanto emerso con il parere della Corte di Giustizia europea) che ha lasciato di stucco il costituzionalista ed ex Garante della Privacy Francesco Pizzetti, che ha commentato su Twitter:

Angelo Cardani è intervenuto in una videoforum di Repubblica.it nel quale ha parlato anche del diritto d'autore. Le sue parole hanno convinto gli oppositori del regolamento a pensare ai ricorsi in tribunale. Ogni possibile dialogo sembra ormai chiuso.

Angelo Cardani è intervenuto in una videoforum di Repubblica.it nel quale ha parlato anche del diritto d’autore. Le sue parole hanno convinto gli oppositori del regolamento a pensare ai ricorsi in tribunale. Ogni possibile dialogo sembra ormai chiuso.

Il calendario

La verità è una sola: domani Bruxelles si pronuncerà sul regolamento AgCom, ma è già possibile dire oggi che non influirà in alcun modo sul percorso. L’AgCom ha deciso di tirare dritto, nonostante l’eccezionale sequela di prese di posizione a livello istituzionale, dalla ministra Bonino alla presidente della Camera Boldrini, attratte dalla proposta di legge Casson – ufficialmente diventata proposta di legge del PD sul tema – insieme ad altre proposte di legge di molti partiti, per non parlare delle prese di posizioni di emenenti figure come Stefano Rodotà e Marco Ricolfi. Tutto inutile.

La delibera verrà approvata approfittando del clima distratto delle feste in uno dei giovedì di dicembre, probabilmente il 12 dicembre, così che entro febbraio diverrà operativo. I suoi elementi distintivi sono ormai noti, due in particolare: nessuna separazione tra organo di garanzia e organo giudicante; una particolare indeterminatezza sulle delicatissima questione dell’intervento di inibizione del sito accusato di violare il copyright, che non chiarisce tecnologicamente né economicamente come salvaguardare i contenuti legali, gli utenti, il lavoro dei provider, che restano nella paradossale e scomoda situazione di essere oggetto della tutela del Garante e al contempo obiettivo facile per soddisfare il principale sponsor di questo testo, Confindustria Digitale.

La battaglia di ricorsi

La vicenda, qualora portasse con Santa Lucia anche la delibera, non è però finita. I suoi oppositori già da tempo stanno preparando ricorsi che verranno presentati in tutte le sedi, fino a Strasburgo se necessario. Fulvio Sarzana ha già dichiarato di lavorarci, Guido Scorza, protagonista in queste settimane di pesanti scambi con l’autorità e persone a lei vicine, ha scritto una lettera aperta di risposta all’intervento di Cardani nella quale sgombra il campo dalle reciproche accuse di malafede:

Il punto, infatti, non è se l’AGCOM abbia o meno l’obiettivo di censurare la circolazione delle informazioni attraverso il web italiano, ma se un simile scenario possa essere un effetto collaterale – non voluto – di una regolamentazione, purtroppo, scritta super-preoccupandosi della sacrosanta tutela del diritto d’autore e sotto-preoccupandosi del necessario contemperamento di tale diritto con gli altri diritti fondamentali che vengono in rilievo.
Non penso – in assoluta franchezza – che Lei o la Sua Autorità abbiate intenzione di censurare chicchessia ma sono profondamente convinto che l’applicazione delle regole che vi accingete a varare avrà per effetto quello di limitare la libertà di informazione sul web italiano.

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