Abbattuto anche Ex.ua, l'altro Megaupload

Le autorità ucraine hanno chiuso (sulla base della denuncia firmata da Microsoft e Adobe) il maggior sito pirata locale: sequestrati 6000 terabyte di dati.
Abbattuto anche Ex.ua, l'altro Megaupload
Le autorità ucraine hanno chiuso (sulla base della denuncia firmata da Microsoft e Adobe) il maggior sito pirata locale: sequestrati 6000 terabyte di dati.

Un altro Megaupload è caduto nelle ultime ore. Si tratta di un ulteriore servizio di file hosting con possibilità di condivisione, la cui dimensione sembra essere ancora una volta di enorme portata. L’iniziativa contro Megaupload appare a questo punto soltanto il tassello di una più vasta offensiva nella quale stanno cadendo tutti i principali nomi del settore a livello internazionale.

Ex.ua aveva server collocati in Ucraina. L’operazione ha preso il via sulla base delle denunce di Microsoft, Graphisoft e Adobe, è stata coordinata dall’FBI ed ha portato nella giornata di ieri alla chiusura definitiva del servizio con tanto di sequestro dei server e fermo dei responsabili. Fondato nel 2009, Ex.ua consentiva l’archivio di 50GB di file pro-capite la cui condivisione rappresentava una minaccia per produttori software, produttori cinematografici, artisti ed in generale tutta quella che è l’industria del copyright. La quale, a questo punto, mette però in cassa una seconda importante vittoria.

Sotto sequestro 200 server in tutto, per un totale di 6000 terabyte di dati. 16 i responsabili fermati ed interrogati. L’aggravante di Ex.ua rispetto ad altri siti del settore è nella ricerca, qualcosa che neppure Megaupload di per sé consentiva: l’utente poteva infatti sfruttare un motore di ricerca interno per scovare video o MP3, trasformando così di fatto gli archivi privati in un grande archivio collettivo condiviso da cui attingere a piacimento.

Uffici Ex.ua

Uffici Ex.ua (Pravda)

Fin dal 2010 la RIAA aveva segnalato Ex.ua alle autorità USA, chiedendo una azione di forza per frenare uno dei più grandi motori di pirateria al mondo ed il principale in assoluto in Ucraina (da solo raccoglieva il 15/20% dell’intero traffico internet nazionale). In loco, ove lo stipendio medio è pari a poco più di 300 dollari mensili, la pirateria è una tentazione che ha dato origine a forti opportunità per siti di questo tipo: dopo la chiusura delle ultime ore alcuni siti istituzionali (tra i quali quello del Presidente Viktor Yanukovich) sono stati presi di mira da attacchi online che ne hanno affondati i server.

Le autorità locali spiegano che l’operazione è dichiaratamente partita sulla base di una denuncia internazionale: oltre ai 16 fermati saranno coinvolte altre persone ed i responsabili rischiano fino a 5 anni di carcere oltre alla confisca della totalità dell’attrezzatura e del materiale depositato sui server.

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