Nonostante i dati confermino la progressiva caduta dell’impero del P2P, la RIAA non molla la presa e, a pochi giorni dalla vittoria in appello contro un’utente ribellatasi alla condanna di primo grado per aver scambiato file illegali, ritorna alle cronache con una nuova ondata di denunce. 751 i nuovi numeri IP incriminati, per un totale stimato ormai oltre le 17.000 unità.
Secondo le cifre riportate da Infoworld, 3800 utenti avrebbero già patteggiato la pena: in questi casi la risultante è di una sanzione pecuniaria pari a circa 3500 dollari. La procedura rimane quella legata dalla denuncia dei John Doe: la RIAA segnala l’indirizzo IP “colpevole”, le indagini cercano di dimostrare tale colpevolezza ed in seguito a tali ricerche l’indirizzo viene ricollegato ad una utenza offrendo il lasciapassare all’invio della denuncia personale.
Nel tempo la RIAA ha praticato più strade per placare l’avanzata del peer-to-peer. La soluzione Overpeer è già stata depennata, mentre la via legale sembra essere l’unica rimasta tra le munizioni dell’associazione delle major. Nelle ultime ore l’affluenza al P2P è stata valutata in forte calo (dati del NPD Group: -11% tra Giugno e Ottobre degli utenti che hanno scaricato almeno un file da sistemi P2P), ma i dati sono ad esempio contestati da BigChampagne che registra per la propria rete addirittura una crescita (consistente) degli utenti connessi nell’ultimo anno.
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