2011, dalla carta ai bit. Definitivamente

Il report Communications Industry Forecast firmato Veronis Suhler Stevenson stima una data precisa per il momento in cui la raccolta pubblicitaria online supererà quella della carta stampata: l'anno della svolta sarà il 2011 e non si tornerà indietro
2011, dalla carta ai bit. Definitivamente
Il report Communications Industry Forecast firmato Veronis Suhler Stevenson stima una data precisa per il momento in cui la raccolta pubblicitaria online supererà quella della carta stampata: l'anno della svolta sarà il 2011 e non si tornerà indietro

A mano a mano che l’utenza si sposta dai canali di informazione tradizionali al web, si spostano parallelamente anche gli investimenti pubblicitari. Spostandosi gli investimenti, si spostano interessi ed il ciclo virtuoso è innescato. Se tale realtà è stata fotografata e descritta ormai da tempo, ora c’è anche una data identificata come il punto del non ritorno: dopo il 2011 gli investimenti pubblicitari sul web avranno ormai sorpassato gli investimenti destinati alla carta stampata ed i tempi saranno ormai segnati.

La stima è firmata Veronis Suhler Stevenson in un report (Communications Industry Forecast) che analizza il mercato odierno e le prospettive future, indicando come risultato ultimo una data che John Battelle non esita a definire ancora pessimistica: l’anno della svolta potrebbe giungere addirittura prima, con ritmi di traslazione degli investimenti destinati ad accelerare addirittura oltre le previsioni odierne.

Il report vede l’imporsi della realtà online in crescita costante del 21% annuo fino al 2001, quando i 62 miliardi del comparto supereranno i 61 dei canali cartacei tradizionali. Il tutto è risultato di un cambiamento radicale in cui lo spostamento dell’utenza da un canale all’altro è solo la conseguenza ultima: cambia il marketing, cambia il modo di cercare informazione, cambia il sistema di advertising. In generale il settore è in crescita (in totale la pubblicità ha mosso qualcosa come 1 trilione di dollari nel 2008, con previsioni a 1.222 trilioni per il 2011), ma è la realtà online a raccogliere la maggior parte dei vantaggi.

La chiosa che più va all’essenza del report è quella di Adario Strange per il Wired: «giornali e magazine non moriranno, ma i materiali usati per leggerli invece si».

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