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L’immagine qui a fianco, nei due decenni che hanno seguito il suo scatto, è divenuta simbolo della lotta di un popolo contro il proprio oppressore.
Le cose non sembrano però essere cambiate in Cina, a vent’anni di distanza dalle proteste che il 4 giugno 1989 culminarono con il massacro di piazza Tiananmen, il cui bilancio delle vittime rimane ancora oggi non ben definito.
Proprio in occasione del 20° anniversario, il governo cinese ha deciso di bloccare l’accesso a
La censura non si è però limitata alla piattaforma di microblogging, toccando anche
Ovviamente una tale mossa ha provocato il malcontento del popolo della rete, che non ha usato mezzi termini nel paragonare le misure adottate dalla Cina a quelle messe in atto nel maggio scorso dall’Iran, quando venne bloccato l’accesso a
La libertà d’espressione rimane dunque, in alcune parti del mondo (a volte nemmeno troppo distanti) ancora un’utopia.
Per rendersi conto dell’influenza di Pechino sulle risorse Web a disposizione dei 250 milioni di navigatori cinesi è sufficiente effettuare una ricerca su Google Immagini con il termine "Tiananmen", prima sulla versione italiana del motore e poi su quella cinese, per vedere come, su quest’ultima, delle proteste del 1989 non vi sia alcuna traccia.