Secondo la rivista
La tecnica impiegata dai ricercatori della Swinburne University of Technology in Australia, si basa su nano-molecole di oro, usate come mezzo di registrazione, e su un approccio "5-dimensionale" all’archiviazione dei dati, ottenibile manipolando il laser del puntamento. Le cinque dimensioni usate sono: le solite due su piano, una terza dimensione spaziale (profondità), una dimensione spettrale e una di polarizzazione.
Gli sforzi dei ricercatori sono volti a dimostrare come la tecnica olografica può permettere, nel prossimo futuro, l’archiviazione fino a 500 GB su supporti standard come i DVD odierni. La cosa però, anche se possibile, non è così semplice da allargare a una produzione industriale. Su questo ora i ricercatori stanno lavorando con Samsung, anche perché, se da un lato aumenta la capacità, questa tecnologia ha un metodo di accesso e scrittura ai dati simile a quella sequenziale, allungando quindi i tempi di lavoro su questo nuovo tipo di archiviazione.
Il dispositivo di lettura e scrittura, si diceva, risulterebbe alquanto costoso da implementare su larga scala, al momento, ma anche per la tecnologia Blu-ray si facevano le stesse valutazioni qualche tempo fa, eppure ora sta diventando sempre più popolare nella distribuzione e nel prezzo.